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L’ottobrata è un termine che deriva dalla meteorologia. E’ quella particolare situazione climatica in cui, dopo qualche giornata di fresco nel periodo di settembre, si avvia una stagione di clima favorevole con temperature miti.  E’ grazie a situazioni climatiche come quelle che si sono registrate in questo ottobre che sono arrivate sui banchi dei mercati delle grosse quantità di funghi. Anche sotto questo aspetto, e non solo per quello che riguarda i vini di Cantine Coli, si è trattato di un’annata veramente eccezionale.

Oggi siamo in vigna con Giacomo Coli e suo cugino Gianluca Coli per godersi una mattinata di riflessioni e di osservazioni. Siamo alla testa di un filare di sangiovese dove è stato da poco seminato il favino e parla Giacomo Coli: “Se io guardo un vigneto come questo, non lo vedo come tante singole piante di vite, in questo caso sangiovese, ma come un insieme complesso. Se faccio un esempio con il mondo animale mi viene in mente l’alveare e così anche in quel caso non vedo la singola ape, ma penso ad una rete di scambi tra ape e ape, dentro una società o chiamiamolo organismo complesso.”

Gianluca Coli: “Beh certo, anch’io quando guardo un vigneto, anche se per abitudine noto le particolarità della singola pianta o le differenze in certi punti del terreno, mi viene da pensare ad un insieme, un super organismo che si muove seguendo informazioni che riguardano tutte le singole piante”.

Giacomo Coli: “Anche a me capita di rimanere colpito da una pianta abbarbicata ad una roccia, o una pianta antica che produce magari meno ma con uve particolari. Ma alla fine, aldilà dei singoli episodi, è sempre la complessità, l’insieme a dare un senso al lavoro nella vigna. Così come è complesso il nostro lavoro in vigna: un vigneto non è certo un campo di lattuga.”

Gianluca Coli sorride all’idea della lattuga e poi aggiunge: “Giacomo, tu lo sai bene quanto me che per far arrivare una vigna a produrre un vino eccellente ci possono volere anni.”

Giacomo Coli: “Lo so, certo. E poi va considerato il tempo … che molti non immaginano quanti anni servono dopo un impianto nuovo per arrivare a produrre un vino di qualità. Quanti investimenti sono necessari. Spesso parlare di vino ci porta a situazioni di assaggio, dove tutto si svolge in un’atmosfera ovattata, elegante e preziosa. Può sembrare cinico parlare di cifre e di soldi, di terra e di pioggia, in quanto il vino è visto e vissuto come una poesia della natura. Ma nella realtà vera, anche e soprattutto per il vino, i numeri sono numeri e da lì non si scappa.”

Giacomo Coli: “Forse nella generazione dei nostri genitori c’era l’idea che si potesse piantare vigne senza avere una grande cognizione della qualità perché al tempo, stiamo parlando degli anni 60 e 70, non si aveva un palato così affinato per trovare soluzioni per correggere -magari -un grado di acidità troppo accentuato.

Gianluca Coli: “Si certo, erano gli anni in cui si aveva in mente principalmente la quantità. Anche qui nel Chianti.”

Giacomo Coli: “Di sicuro erano altri tempi e c’erano altre visioni. Oggi per correggere o rimodellare il carattere di un vino devi intervenire a monte e fare dei cambiamenti nelle vigne e nei vigneti, destinando vitigni in zone più adatte e con caratteristiche idonee a intensificare o modulare al meglio certi caratteri. Ma un vigneto come dicevo non è un cesto di lattuga e per trovare il giusto equilibrio ci vogliono anni, visione e investimenti. Molti investimenti.”

Gianluca Coli: “E se … se … se … se poi tutto questo progetto ha una buona base arriveranno … i risultati ma questo significa anche assumersi rischi sempre più grandi e sempre più difficili.”

Gianluca Coli: “Eh si dai, Giacomo. Però guarda che spettacolo questa vigna. Lo vedi che sta già spuntando il favino che è stato seminato …

Qui nel cuore del Chianti, anche se le giornate si vanno accorciando sempre più (il sole sorge alle 7.40 circa e tramonta poco dopo le 18:15) sono stati giorni splendidi, soleggiati e con temperature veramente gradevoli. Il terreno è un po’ siccitoso per colpa delle scarse precipitazioni, ma le viti sono piante che hanno radici profondissime e che non temono (quasi mai) la mancanza d’acqua.

Tutto intorno, lungo i crinali delle colline del Chianti, lascia pensare che le piante si stiano preparando con calma ad un lungo periodo di riposo vegetativo, mentre il sole sta lassù a scaldare questa lunga ottobrata.