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E’ appena iniziato il mese di giugno ed il termometro è salito di diversi gradi, spesso con punte di 34° o 35° nelle tenute delle Cantine Coli. Si annuncia un giugno bollente anche fuori media, cosa che non appare preoccupante per le viti che come sappiamo amano il caldo e la luce oltre misura, quanto per gli uomini che lavorano in vigna…
Cosa che è ben chiara alla famiglia Coli che da sempre si occupa di vino e di viti e che oggi è guidata da Belinda, Filippo e Giacomo Coli.
Poca pioggia e giornate lunghissime che si avviano alla massima esposizione con il sole che oggi – domenica- sorge alle 5.33 e tramonta alle 20.52. Tra qualche settimana ci sarà il solstizio d’estate ed in quel giorno ci sarà la massima esposizione alla luce del sole nelle vigne della famiglia Coli, che godono di un ottimale orientamento.

In questa settimana sia Filippo che Giacomo sono passati a controllare il passaggio dalla fase della fioritura alla delicata e successiva fase di allegagione, i fiorellini della vite che si sono aperti con il loro caratteristico movimento ad ombrello ora stanno allegando.
Cos’è questa allegagione? Nelle parole di Belinda Coli anche lei salita in vigna per sentire nell’aria, tra le viti quel caratteristico ed inebriante profumo di ‘pepe’ che viene emanato dal fiorellino di vite, la descrizione dell’allegagione.

Ecco come Belinda Coli descrive l’allegagione: “dopo la fioritura nasce un piccolissimo embrione che sarà alla base della formazione dell’acino del chicco d’uva. L’impollinazione avviene grazie al trasporto del polline dovuta al vento. Il processo di evoluzione dei fiori in acini avverrà nel periodo che va da adesso alle fine di giugno”.

Ci sono tantissime azioni che la mano sapiente dell’uomo ha ormai imparato per gestire al meglio in vigna: perché se è vero che la vigna è un luogo magico soprattutto in questa stagione, è altrettanto vero che tutto dipende dalla misura con cui vengono svolge queste operazioni, il poco non basta e il troppo fa male. Belinda o Filippo o Giacomo sanno molto bene che c’è un solo modo per compiere questi gesti ed è quello di rispettare al meglio le esigenze della vite, che è una pianta vivace e molto ‘creativa’. Ma in grado di regalare sempre grandi soddisfazioni e buoni frutti.

Per la vite come per tutte le piante l’allegagione fa parte di un ciclo che si svolge ogni anno, nell’arco di vita della pianta, che si sviluppa come nell’uomo da una fase di giovinezza, di maturazione nell’età adulta e infine di vecchiaia. Non tutti quelli che sono stati fiori allegano e diventeranno acini, ogni grappolo impiega un tempo per compiere questa azione, che porterà alla fine al compimento dell’allegazione circa il 40 o 50% dei fiori sbocciati. E’ un fenomeno naturale come dicono Filippo e Giacomo Coli: “ … questa riduzione o selezione naturale in fase di allegagione, che avviene al meglio se piove poco e non tira vento, serve perché rende meno compatto il grappolo e lascia più spazio per la crescita dei futuri chicchi d’uva. Le condizioni di caldo e asciutto di quest’anno vanno benissimo anche perché non rendono necessari i trattamenti antiparassitari della vite che si può sviluppare bene in modo organico.”

Subito dopo l’allegagione ed in alcuni casi anche in parallelo si svolge un’altra operazione che si chiama ‘cimatura’. Nelle vigne della famiglia Coli si tratta di una cimatura ‘lieve’ che è necessaria nei vitigni particolarmente vigorosi ed energici, di norma nel Chianti la si fa durante l’allegagione ed è per questo che Belinda, Filippo e Giacomo Coli l’hanno messa in programma già dalla settimana prossima nei filari delle vigne della famiglia Coli.
Di cimatura ‘lieve’ se ne parlerà nel post di domenica 12 giugno.

Buona Domenica e arrivederci alla prossima settimana!