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Siamo alla fine di marzo ed è arrivata un po’ di pioggia, mercoledì, giovedì, venerdì e anche sabato. Un po’ meno che in altre zone d’Italia ma almeno è arrivata. In totale diverse decine di millimetri. Qui nei terreni intorno alle Cantine Coli il terreno era secco, e anche l’erba che in questa stagione cresce a dismisura è cresciuta poco.
Ci voleva dopo tanta siccità e anche giorni di caldo con temperature che di giorno hanno raggiunto i 20 gradi. Anche di notte una media di 8 gradi. Qui nelle vicinanze di Tavarnelle, nella zona delle Cantine Coli i vecchi di campagna dicono spesso un proverbio: ‘ad aprile ‘ogni goccia un barile’. Questo per dire che in città basta un giorno di pioggia per averne abbastanza, mentre in campagna, soprattutto in questo periodo dell’anno, ha un valore inestimabile per le piante e per la terra in generale.
E’ in coincidenza con questi eventi, innalzamento delle temperature e pioggia, è anche il momento di stare attenti ai possibili attacchi di malattie come la peronospora: è la più pericolosa ed importante tra le malattie della vite. Chi lavora con le viti, come cantine Coli, sa che quando questa malattia colpisce le parti verdi della pianta come i grappoli, i germogli e le foglie fa un disastro.
All’inizio si manifesta con macchie di colore biancastro tipo ‘decolorazione’ sulla parte superiore della foglia per poi diventare con il progredire della malattia molto simili a ‘macchie di olio’. Porta a danni molto gravi ed in pratica alla perdita del raccolto perché impedisce la crescita del grappolo. Ci sono annate in cui a Cantine Coli si vedono raccolti falcidiati da questa malattia se non viene presa in tempo.
Il momento ‘tipico’ in cui in genere si manifesta la peronospora è con la regola del 10: quando il tralcio è lungo circa 10 cm, quando la temperatura si attesta sui 10 gradi, e con una pioggia di circa 10 mm. E’ per questo motivo che sui terreni e nei poderi di cantine Coli è stato spruzzato un po’ di rame, per difesa da questa malattia.
E’ anche in questi giorni che avviene un’altra fase importante nella vita della pianta e cioè la potatura dei germogli in eccesso, come si vede dall’immagine nella pianta ci sono diversi germogli. C’è quello in alto, che deve rimanere e poi in basso ce n’è uno ben visibile e accanto uno più piccolo. I due in basso, come si dice nella zona del Chianti e a Cantine Coli, sono germogliati dallo stesso ‘occhio’. Il più piccolo, o quello più brutto viene tolto con un semplice gesto della mano. I due germogli di tralcio si chiamano in campagna ‘cacchi’ e questa operazione prende il nome di scacchiatura.
Nei vitigni del trebbiano ancora siamo in fase ‘dormiente’, ci vorranno diversi dei giorni prima che anche questo vitigno si metta in moto, mentre per il sangiovese siamo già con dei germogli di qualche centimetro. Questa fase di crescita, con temperature medio-alte, può far sviluppare la pianta anche di diversi centimetri in pochi giorni. A proposito, mentre stavamo nella vigna della Cantine Coli a fare le foto il discorso è finito sulle ‘barbatelle’. Nome fantastico ci siamo detti.
(…  a proposito le barbatelle sono delle mini piante di vite nate dal taglio di un piccolo tralcio, messo in terra in delle speciali cassette riempite di un mix di terra, sabbia e. se c’è, anche di una manciata di segatura. Dopo abbondanti annaffiature dalla parte interrata spuntano le radici, le barbatelle appunto. Queste piantine vengono vendute con la parte superiore coperta di cera per proteggerla dal freddo, così che possano viaggiare anche sotto stress e poi essere piantate con successo).
E poi sarà stato per l’assonanza barbatella-Barbarella, sarà stato che in questi giorni è il compleanno di Ugo Tognazzi, sarà che questo splendido attore era un amante del buon vino e del buon cibo … ma con Cantine Coli ci siamo rivisti un pezzo di Barbarella … che anche se è del 1968! è sempre un film memorabile. Vale la pena di guardare questa scena …